Ogni azienda nasce da un sogno. Quello del fondatore di Mandelli Maniglie, Rodolfo, aveva il colore dell’oro: l’ottone. La sua storia comincia come quella di tante imprese artigiane di Besana Brianza e dintorni che, dopo la seconda guerra mondiale, producevano manigliette per mobili, appendiabiti, appendiasciugamani, appendipattine in ZAMA. I titolari dei laboratori più piccoli si recavano direttamente dai ferramenta di Meda, Monza o Milano su una bicicletta Ballon, (che richiamava la mitica salita del Ballon d’Alsace), particolarmente indicata per affrontare i declivi brianzoli con tutta la mercanzia da vendere sui portapacchi. Dal 1953, la strada di Rodolfo Mandelli inizia invece a essere tutta in discesa: l’imprenditore ingrandisce la sua officina, compra nuovi macchinari e converte la sua produzione di portabiti, pomoli e maniglie per mobili, coprinterruttori e riloghe nel più nobile ottone. La ricostruzione edilizia gli offre l’occasione di creare anche maniglie per porte e finestre in questo lussuoso materiale. Da subito, Mandelli Maniglie spicca fra tutte come un’azienda provvista di una diversa fisiologia.